Google+ Bolgeri - il Gruppo Tolkieniano di Milano: marzo 2007

venerdì, marzo 30, 2007

Verlyn Flieger, Schegge di Luce

Illustrazione di John Howe

Verlyn Flieger
Schegge di Luce. Logos e linguaggio nel mondo di Tolkien
Genova - Milano: Marietti 1820, 2007

È ormai nelle librerie da qualche giorno il nuovo evento editoriale Marietti 1820, l'ultima fatica di traduzione dei nostri amici Raffaella Benvenuto (già curatrice dell'acclamatissimo La via per la Terra di Mezzo di Tom Shippey) e Giacomo Bencistà. Con una prefazione all'edizione italiana appositamente scritta dall'autrice, un'introduzione di Claudio Testi ed una nota alla traduzione di Raffaella Benvenuto, il libro si aggiunge alla "biblioteca ideale bolgerica" e va ad inaugurare la collana Marietti Tolkien e dintorni, un'iniziativa inedita e a dir poco lodevole che merita tutto il supporto possibile.
Il retro di copertina recita:
«Cos’è il linguaggio, qual è la sua origine e il suo rapporto con il mito? E ancora, che ruolo ha la lingua nell’opera di Tolkien, perché l’autore del Signore degli Anelli considera l’uomo una "luce riflessa" capace di sub-creare mondi immaginari tramite le parole? Come ci dice la Flieger in questo volume "le parole sono espressione del mito, incarnazioni di concetti mitici e di una visione mitica del mondo. La lingua ai suoi inizi non faceva alcuna distinzione tra il significato letterale di una parola e quello metaforico, come invece accade ora [...]. Qualsiasi tipo di espressione era letterale e dava direttamente voce alla percezione dei fenomeni ed alla partecipazione intuitiva e mitica ad essi da parte dell’umanità". È a partire da questa teoria della parola e del mito (originariamente proposta da un altro Inkling, Owen Barfield) che Verlyn Flieger in Schegge di luce elabora un’affascinante interpretazione dell’opera tolkieniana, considerata dalla critica, insieme a La via per la Terra di Mezzo di Tom Shippey (Marietti 2005) un testo imprescindibile per chiunque voglia cogliere in tutta la sua ricchezza il senso profondo del legendarium di Tolkien».
Indice dell'opera:
Presentazione. Schegge di Luce, schegge di verità di Claudio Antonio Testi
Nota alla traduzione di Maria Raffaella Benvenuto
Lista delle abbreviazioni usate nel testo
  • Prefazione alla seconda edizione
  • Prefazione alla prima edizione
  • Prefazione all'edizione italiana
  • Introduzione
  • 1. Un uomo in antitesi
  • 2. Discatastrofe
  • 3. Eucatastrofe
  • 4. Poetic diction e la luce frantumata
  • 5. La fantasia e i fenomeni
  • 6. Luce frantumata ed essere frantumato
  • 7. Tema e variazioni
  • 8. Una malattia nella mitologia
  • 9. Percezione = nome = identità
  • 10. Come gli altri ci vedono
  • 11. Vini straordinari e porte della cantina
  • 12. Luce e calore
  • 13. Creazione contro accumulazione
  • 14. Luce dall'oscurità
  • 15. Al di là della musica
  • 16. Luce in cambio di Luce
  • 17. Beren e Thingol
  • 18. Il frammento più piccolo
  • 19. Colmo di luce limpida
  • 20. «Un buon costume»
  • Postfazione
  • Bibliografia
  • Indice analitico
Verlyn Flieger è docente di mitologia e studi medievali presso l'Istituto di Anglistica della University of Maryland (Stati Uniti). Ha curato diverse opere tra cui l'edizione critica di Fabbro di Wootton Major, edito in Italia da Bompiani. Tra i suoi maggiori saggi sull'opera di Tolkien, A Question of Time (1997) sul tema del tempo e del sogno e Interrupted Music (2005) sulle radici ed i modelli del legendarium tolkieniano. Vanta inoltre una discreta attività di romanziere.

Etichette: ,

domenica, marzo 25, 2007

Mythopoeia: Universo Aperto, Mondi Condivisi

Michael Hague, gli elfi di Rivendell (illustrazione allo Hobbit)

Il seguente articolo, dell'artista Ella de Mircovich, è la presentazione di un concerto che si terrà domenica 25 marzo a Monza (presso il Collegio della Guastalla di viale Lombardia 180) e di cui abbiamo parlato qui. Ringraziamo il presidente Roberto Maier per la sua gentilezza e disponibilità a fornirci tutte le informazioni per pubblicizzare adeguatamente l'iniziativa.

Mythopoeia: Universo Aperto, Mondi Condivisi
Ovvero: cenni inutilmente prolissi e deprecabilmente ambigui su certi strani appalti creativi

“Lui era uno che dentro al linguaggio c’era stato davvero”
(C.S. Lewis, riferendosi a JRR Tolkien)


A giudicare dall’alquanto esoterica congerie del titolo, potreste benissimo paventare di trovarvi in bilico al limitare di un’ ennesima antologia Fantasy /New Age.
Onde fugare lodevoli timori – o dare il colpo di grazia a malriposte speranze - riveliamo immediatamente i significati degli eterogenei ingredienti fusi nella nostra chimera di frontespizio, quella che va perversamente pavoneggiandosi poche righe più su.
Nell’espletare tale opera di blando nozionismo, speriamo en passant di offrire alcuni (prolissi e ambigui, come già dichiarammo) cenni sulle idee portanti che ronzavano in mente al Laurelindale in un momento fondamentale: allorché meditava di caratterizzare in qualche modo le chiavi mediante le quali tentava (tenta tuttora) di scassinare i portali d’ingresso alla Terra di Mezzo.

Mythopoeia (lungi dall’essere un’oscura branca dello gnosticismo recentemente tornata di moda) è il titolo di un concettoso ma imprescindibile poemetto dedicato da JRR Tolkien, nel 1931, all’amico e cocreatore di luoghi fantastici C.S. Lewis. Nei densissimi e vagamente miltoniani versi, JRR rivendica con appassionato trasporto il ruolo dell’Uomo, il Subcreatore, che nella sua capacità di dar forma a innumerevoli mondi conserva un’estrema scintilla dei talenti e delle facoltà che il Creatore, prima del tragico coup de théatre della Caduta, gli aveva originariamente assegnato.

Quanto alle due espressioni successive, non sono in realtà niente di più pretenzioso di termini squisitamente tecnici del gergo SF (esimeteci, caldamente vi supplichiamo, dal mettere per iscritto il lamentevole sostantivo composto col quale Manganelli qui in Italia sconciò l’Epica dell’era moderna.)
Un Open Universe (entro il quale possono essere ambientate infinite storie shareworld) altro non è che uno di quei maestosi galattici palcoscenici su cui si dipanano le space operas: a loro volta versioni poliplanetarie dei cosiddetti planetary romances – dei quali, all’insaputa di milioni di lettori, The Lord Of The Rings è uno degli esempi più spettacolari, teste la più autorevole delle enciclopedie di SF, quella pluridecorata dovuta a J.Clute e P.Nicholls.
Nel caso specifico, un Universo virtuale del genere lo si definisce ‘aperto’ - oltre che per i panorami infiniti cui allude - perché l’autore, da bravo Subcreatore nell’accezione tolkieniana, non ne reclama il monopolio, bensì invita altri scrittori a infiltrarsi, a smarrirsi nei paesaggi e nelle distese temporali da lui idealmente partorite.
(Un'altra caratteristica degli Open Universes, un tantino più elusivamente metafisica ma che a JRR non sarebbe dispaciuta, è quella sottolineata da diversi autori SF dalla vena tendenzialmente onirica, come R. Bradbury o F. Brown. Tali Universi, e i loro abitatori, esistono davvero, su un serio piano ontologico – ma solo finché rimane almeno un ultimo libro a descriverli, un ultimo lettore a credervi. Altrimenti, finiscono inevitabilmente per ‘sbiadire’ e abbandonarci, un po’ come gli Eldalie tolkieniani con l’avvento delle Ere degli Uomini.)

Maestosi monumenti SF sono stati e continuano a essere Open Universes (pensiamo solo al ciclo della Fondazione di I. Asimov, o a quello di Dune di F. Herbert); e JRR, pur non essendo stato affatto un patito di SF come lo era l’amico Lewis, parlando dei suoi intricati cicli narrativi li descrive esattamente come se si trattasse di un’impresa di shareworld: “questi cicli dovranno essere connessi in una singola imponente totalità, e ciononostante poter dare occasione ad altre menti e ad altre mani di contribuirvi, esercitandovi le arti della pittura, della musica e della drammaturgia” (questa, come le altre citazioni testuali di JRR che seguiranno, sono tratte dall’Authorized Biography di H. Carpenter.)

Superfluo dire come noi del Laurelindale si abbia trovato un’ appagante giustificazione alle nostre maldestre ma entusiastiche alchimie in una simile - tanto inequivocabile quanto nobile - dichiarazione d’intenti del Padre Fondatore.
In tale spirito abbiamo cercato di ‘appurare com’erano in realtà, non di inventare’ (lo diceva JRR contemplandosi in veste di ‘scopritore’ e non ‘fabbricatore’ di storie) le pratiche strumentali e testuali – musicali e linguistiche - della Terra di Mezzo. Un atteggiamento di necessità pudicamente subcreativo e inerentemente ‘collegiale’, che non a caso i già citati Clute & Nicholls definiscono affettuosamente “il modello esemplare di come la comunità SF mette se stessa in gioco” .

Gli stessi autori ci offrono un'altra acuta osservazione sul corpus letterario tolkieniano. Constatando che “la Linguistica è la più‘scientifica delle cosiddette scienze umane”, sostengono che vi siano ottime basi per ‘arguire come l’opera di Tolkien, generalmente classificata come Fantasy, sia piuttosto SF, se non altro per le sue implicazioni linguistiche. Il Signore degli Anelli è altamente inusuale, essendo stata la sua genesi eminentemente linguistica.’
Tolkien stesso di tanto in tanto era colto da una specie di angoscia esistenziale riguardo alla collocazione categoriale dei suoi scritti. In una lettera al suo editore, Unwin, ebbe ad ammettere che quell’opera avvincente, scaturita tanti anni prima dal fascino di un singolo verso allitterativo anglosassone (eala Earendel engla beorhtast!), era alla fine “sfuggita al mio controllo. Ho generato un mostro: un romanzo immensamente lungo, complesso, alquanto amaro e piuttosto terrificante, assolutamente inadatto a dei bambini”. In effetti JRR voleva mettere in chiaro che il suo nuovo shareworld non aveva affatto l’aria di un simpatico sequel dello Hobbit – ma stava al tempo stesso ammettendo, a modo suo, di essere entrato in un territorio dell’immaginazione del tutto nuovo e inquietantemente poco ‘fantasioso’.
Un Mondo Condiviso dai contorni aspri, iperreali e fascinosi, entro cui noi del Laurelindale siamo, fondamentalmente, sgusciati da due varchi: quello delle sue lingue, vive e vegete quanto qualsiasi idioma corrente (JRR ben a ragione si compiaceva di non essere mai diventato uno di quei “filologi occhialuti, inglesi di origine ma ammaestrati in Germania, e che in Germania avevano perduto la loro anima letteraria”); e quello della sua musica, evocata quasi in ogni pagina, ma a differenza delle lingue mai ‘udita’ distintamente da Tolkien, che non era certo ciò che si definisce un melomane.

JRR pareva trarre un eccezionale godimento nel ribadire le radici pervicacemente linguistiche delle sue subcreazioni. Le radici linguistiche della sua intera esistenza, saremmo tentati di insinuare, facendo eco a Lewis: “lui era uno che nel linguaggio c’era stato davvero”.
Fin da piccolo aveva vagabondato avidamente in un universo di parole che lo affascinavano, lo incuriosivano, lo ossessionavano. Uno dei suoi primissimi ricordi di infanzia si riferisce a una discussione filologica con sua madre, che tentava invano di convincerlo che si deve dire ‘un gran drago verde’, non già ‘un verde grande drago’. Non essendo stata capace di giustificare soddisfacentemente la regola in base alla quale ciò era obbligatorio, stimolò una volta per sempre la curiosità e la concretezza del figlio per quanto concerneva varie strutture idiomatiche, nonché imponenti creature dall’enigmatica tassonomia.
Durante la fanciullezza e l’adolescenza si innamorò perdutamente di lingue reali e immaginarie. La prima pare fosse il gallese (i cui suggestivi toponimi sui cartelli delle stazioni ferroviarie rendevano per lui i viaggi in treno avventure eccitanti: da quella rurale fonetica avrebbe tratto molti anni più tardi ispirazione per il Sindarin, l’Elfico Minore). Seguirono l’Animalico, e il Nevbosh, messi a punto con un gruppo di amichetti, il Naffariano (pesantemente influenzato dallo Spagnolo, un’altra delle infatuazioni fanciullesche di JRR al pari del Greco antico – “punteggiato di asperità, e con quello sfavillio di superficie che mi parlava di cose antiche, aliene e remote”).
Poi, parole sue, ebbe “una storia d’amore col Manuale Delle Lingue Gotiche del Wright”: si affrettò a creare una sua plausibilissima versione di Neogotico (di cui qua e là si sentono gli echi nell’onomastica dei sovrani della linea cadetta di Gondor). Ma ecco infine la scelta di iscriversi a Filologia Germanica a Ofxord, l’immersione nell’ Anglosassone (donde il famoso verso che già citammo, nel quale si applica a Maria Stella Maris un misterioso epiteto astrologico scandinavo) e nel Norreno della mitologia germanica (mai filtrata attraverso Wagner, come accadde invece a Lewis), e nell’ antico Finlandese, progenitore del Quenya, l’Alto Elfico. (Già che ci siamo: ‘Laurelindale’ significa letteralmente, in Elfico arcaico, ‘Musica Aurea’.)

Le immediate ricadute pratiche, esecutive, interpretative e stilistiche, prodotte dalla decisione del Laurelindale di Condividere questo Mondo, di Aprirsi un varco in questo Universo sono state di diversa natura.

La scelta della parola ‘letta’ si è presentata, ovviamente, inevitabile. JRR fin dai suoi primi passi nei regni dei Valar, degli Eldar, dei Nani e degli Hobbit ha sempre percepito la narrazione come un qualcosa di materialmente sonoro. Ne è chiara testimonianza il fluido, orecchiabile e colloquiale ritmo della sua prosa, che veniva regolarmente proposta da lui ai suoi colleghi e complici dell’Università. La sfida è improba, perché abbondano le testimonianze di come JRR fosse un raccontatore impareggiabile. Di alcune sue letture dicono W.Auden: “fu un’esperienza indimenticabile sentirlo recitare: la voce era quella di Gandalf” e J. M. Stewart: “era capace di trasformare un’aula per conferenze in una sala da banchetto altomedievale in cui l’idromele scorreva a fiumi: lui era il bardo, noi il pubblico felice e gaudente”.
Noi non possiamo che inchinarci e sentirci piccini: ma l’idea di base che vorremmo trasmettere sarebbe più o meno proprio questa.

Il discorso musicale è più articolato. Come abbiamo già accennato, Tolkien non era un grande intenditore di musica. Non largheggia in descrizioni di strumenti, se si eccettuano le ubique arpe (certamente un’influenza dell’altissimo status di suddetti cordofoni nell’epica germanica tanto cara e nota all’autore): è dunque per queste che abbiamo optato risolutamente, rifuggendo dai più nutriti e elaborati organici naneschi adombrati ne Lo Hobbit. I colori vocali – perlopiù maschili – cui JRR allude sono quasi sempre (Nani esclusi, nuovamente) caratterizzati da aggettivi che suggeriscono una timbrica brillante, limpida, di notevole raffinatezza; o, nel caso degli Hobbit, delle duttili voci bianche. Una menzione specifica va riservata alla particolare tessitura che Tolkien attribuisce alla Dama Galadriel, a suo dire un contralto dala voce “più profonda di quanto solgano esserlo quelle delle donne”.

Ben più aleatorio immaginare una sorta di cifra stilistica delle melodie, che devono essere null’altro che il supporto più naturale e ovvio possibile di testi contenenti già di per sé tutto quel che c’è di importante da raccontare e da esprimere emozionalmente.
Anche in questo caso, non abbiamo ‘inventato’ autonomamente – abbiamo ‘tentato di appurare’ come quelle canzoni dovevano essere state in effetti. L’assolutamente non preventivato risultato finale (che si potrebbe grossomodo definire un misto di modalità medievale, di Border Ballads e di musica tradizionale irlandese) ci ha soddisfatto, soprattutto pensando a ciò che JRR scrisse cercando di condensare in poche parole quell’inafferrabile ineguagliabile atmosfera che pervade tutti i suoi cicli: “vorrei che possedesse il tono e la qualità che desidero, un qualcosa di limpido e freddo, che faccia venire in mente un’aura Nord-Occidentale – intendendo con ciò la Gran Bretagna e le propaggini nordoccidentali dell’Europa, nulla di italico o di egeo… qualcosa che sia impregnata anche di quella nobile, elusiva bellezza che alcuni definiscono ‘celtica’”. Va tenuto presente che JRR in realtà affermò più volte di detestare le bizzarrie della mitologia celtica, pur ammettendo che i suoi Elfi non erano certo gli eterei bambocci alati familiari ai cultori di fiabe, bensì l’esatto equivalente degli Alti Elfi dei miti irlandesi: i Sidhe, bellicosi e bellissimi esseri sovrannaturali dall’alta statura, dalle magiche arpe e dalle lunghe chiome, che dimoravano in una sorta di universo parallelo dal quale non disdegnavano di sconfinare per mescolare le loro turbolente vicende a quelle degli umani (coi quali talvolta si univano perfino in matrimonio). E’ appunto dal vasto repertorio tradizionale irlandese associato ai Sidhe che il Laurelindale si è azzardato a trarre, pari pari, alcuni brani puramente strumentali.

Al termine di tutti questi sproloqui e vagabondaggi, in parole e in musica, ci resta qualche serio dubbio: saremo riusciti, almeno in parte, a compiere l’impresa improba ma esaltante di Condividere Un Mondo con JRR? di subcreare, almeno per un’oretta, quello che lui chiamava “un Mondo Secondario, al quale la vostra mente ha diritto di accesso; in esso, quel che il narratore riferisce è assolutamente vero, non contraddicendo le leggi interne di quel mondo: quindi vi si presta completamente fede – almeno fintantoché si rimane là dentro”?
Noi, che ‘là dentro’ un po’ ci siamo stati, ci sentiamo di confessare onestamente, come fece Lewis dopo aver finito di leggere la versione definitiva di The Lord Of The Rings: “ci si rende conto subito che ci ha fatto un qualcosa; non siamo più le stesse persone”.
D’altra parte, visto che è giusto che sia Tolkien ad avere l’ultima parola, ci accommiateremo piuttosto nella più cordiale incertezza, concludendo con una filastrocca che JRR dedicò a critici e sostenitori:

“Il Signor Degli Anelli
è un affare di quelli
che, se l’ami, t’invischi:
se non l’ami – lo fischi!”


Ella de’ Mircovich,
Gennaio 2007

Tutti i diritti sul presente testo sono dell'autrice, che può richiederne la rimozione in qualsiasi momento.

Etichette:

Ella De'Mircovich e Matteo Zenatti: the Road goes ever on and on...

Domenica 25 marzo prossimo alle ore 21.00 si terrà presso il Salone del Collegio della Guastalla a Monza un concerto di canti tratti e riarrangiati dal legendarium di J.R.R. Tolkien. L'organizzazione, il centro culturale Lo Gai Saber, è stato così gentile da fornirci molte informazioni riguardo all'evento cui probabilmente parteciperemo. La musica che accompagnerà le parole di Tolikien è stata composta da Ella de' Mircovich, membro nell'ensemble LaReverdie, insieme a Matteo Zenatti. Il tipo di musica che eseguono è molto vicino a quello che è il repertorio del loro gruppo musicale, noto in tutto il mondo per le sue opere di musica medievale e rinascimentale.

Il luogo
Collegio della Guastalla
viale Lombardia 180
Monza

Il Collegio della Guastalla è una fondazione ONLUS che affonda le sue origini a Milano nel 1557, quando la contessa Paola Ludovica Torello di Guastalla fondò l'istituzione destinandola all'educazione delle ragazze prive di dote, per strapparle alla strada o al destino di un saio senza vocazione. Solo nel 1937, con l'esproprio comunale del terreno dietro alla Ca' Granda di Milano, in cui aveva sede il collegio, l'istituzione si spostò a Monza nella villa Barbò Pallavicini.
La scuola è oggi legata alla Federazione Opere Educative, associazione cattolica di gestori di scuole private, e all'associazione culturale Il Rischio Educativo.
Nella foto, il salone d'onore in cui si svolgerà il concerto.

Gli organizzatori
Il centro culturale giovanile Lo Gai Saber è un'associazione senza fini di lucro per lo sviluppo della cultura, dell'arte e dell'abitudine alla riflessione in questi ambiti, soprattutto presso i giovani. Tra le sue iniziative, spicca l'organizzazione di concerti dalla musicalità generalmente considerata insolita: nell'ultimo anno, tra i loro eventi spiccano concerti di gruppi come La Rossignol e il Florilegio, entrambi molto noti nell'ambiente.

Gli artisti
Ella de' Mircovich, triestina, è un personaggio piuttosto noto nel suo ambiente ed un'artista apprezzata a livello internazionale. Una profonda passione per le tradizioni musicali e letterarie nordiche, che la porta a condividere con Tolkien la passione per le lingue di ceppo germanico, è Maestro di Oreficeria e Arte dei Metalli e diplomata in Prepolifonia Liturgica, titoli conseguiti entrambi nella città di Venezia. Come saggista ha c9ollaborato con il Centro studi Storici di Trieste, il Centro Studi Altomedievali di Spoleto e l’International Saga Society.

Matteo Zenatti, tenore veronese, è diplomato in canto lirico presso l'Istituto Pareggiato "O. Vecchi" di Modena e da alcuni anni ha intrapreso lo studio dell’arpa diatonica rinascimentale. Svolge intensa attività concertistica come solista in prestigiose formazioni di musica medievale, rinascimentale e barocca: non solo con i La Reverdie, quindi, ma anche con i Cantilena Antiqua di Bologna, i belgi Zefiro Torna, i Sonatori della Gioiosa Marca, i Daltrocanto di Torino, e molti altri ancora.
Sul fronte della ricerca, è attivo nella riscoperta di opere inedite del periodo rinascimentale e nella loro reinterpretazione al fine di avvicinarle all'ascoltatore moderno.

Il retroscena critico
Abbiamo pubblicato, ringraziando il gentilissimo Roberto Maier (presidente del Centro Culturale Lo Gai Saber), un articolo di Ella de’ Mircovich dal titolo Mythopoeia: Universo Aperto, Mondi Condivisi. L'articolo è scaricabile anche qui in formato pdf.

Il programma del concerto: The Road Goes Ever On, Viaggio musicale nella Terra di Mezzo
  • Rinnce naSidheog o "danza degli elfi", ballo tradizionale irlandese;
  • The Stars of the West: di come gli hobbit incontrarono gli Elfi nei boschi della Contea, e come li sentirono invocare Elbereth, Signora delle Stelle e loro protettrice (La Compagnia dell’Anello, Lib. I, cap. 3);
  • Laita Vardo Elentarie: preghiera a Varda (The Fellowship Of The Ring, Book II, chap. 1; The Two Towers, Book IV, chap. 7);
  • The Road Goes Ever On: di come Frodo e i suoi amici, ricordando la canzone preferita di Bilbo, lasciarono la Contea avventurandosi nel loro lungo viaggio (La Compagnia dell’Anello, Lib. I, chap. 1 e 3; The Hobbit, chap. 19);
  • The Man In The Moon: della celebre locanda ‘Al Pony Rampante’ di Brea, e della bizzarra clientela che vi si incontra (La Compagnia dell’Anello, Lib. I, cap. 9);
  • Rì naSidheog o "il re degli elfi", danza tradizionale irlandese;
  • The Fall Of Gil-galad: Aragorn narra di Gil-galad ultimo Re degli Elfi, e dell’Ultima Alleanza di Elfi e Uomini contro Sauron al termine della Seconda Era (La Compagnia dell’Anello, Lib. I, cap. 11);
  • The Three Winds: di come Boromir di Gondor, caduto in combattimento, venne affidato dai compagni alle acque del fiume Anduin (Le Due Torri, Lib. I, cap. 1);
  • Amroth And Nimrodel: del regno elfico di Lothlorien, e di come Legolas cantò delle sue antiche leggende (La Compagnia dell’Anello, Lib. II, cap.6);
  • Namarie: la regina Galadriel saluta i viandanti che proseguono il viaggio (La Compagnia dell’Anello, Lib. II, cap. 8)

Laurelindale
Ella de’ Mircovich – canto, arpa, percussioni
Matteo Zenatti – voce recitante, canto, arpa, percussioni

Testi
The Stars of the West
O candida come la neve, o radiosa Signora,/ che regni al di là dei Mari d’Occidente!/ Tu sei luce per noi che qui erriamo/ fra le selve intricate del mondo.// O Accenditrice delle Stelle, Dama degli Astri,/ brilla il tuo sguardo, il tuo alito è luce:/ o candida come la neve, noi cantiamo di te/ in questa terra remota, separati da un Mare.// O astri che nell’ Eone Oscuro/ dalla fulgida mano di lei foste seminati:/ in praterie ventose, ora lucenti e chiare,/ vediamo schiudersi i vostri boccioli d’argento.// O Regina che accendesti le stelle,/ ancora rammentiamo, noi che indugiamo/ in queste lontane contrade frondose,/ lo splendore dei tuoi astri sui Mari d’Occidente.

Laita Vardo Elentari
O Accenditrice delle Stelle, Dama degli Astri,/ o lungimirante dall’ alto dei cieli,/ io ti invoco, sopraffatto da un’angoscia mortale:/ proteggimi tu, o candida come neve!// O Regina che accendesti le stelle,/ sfavillanti cascate di gemme/ nei cieli, gloria delle schiere degli astri!/ Da terre remote, o lungimirante,/ dalle selve intricate della Terra di Mezzo/ io ti canto, o candida come neve –/ da questa sponda del Mare, del gran Mare che ci separa.

The Road Goes Ever On
La Via va sempre avanti, avanti,/ oltre le rocce, sotto le fronde,/ in grotte che mai il sole ha sfiorato,/ lungo fiumi che il Mare mai più troveranno,/ sotto la neve che l’inverno ha seminato/ e in mezzo agli allegri fiori d’estate:/ sopra l’erba, sopra i sassi,/ sotto i monti al chiar di luna.// La Via va sempre avanti, avanti,/ oltre la soglia da dove ebbe inizio:/ lontana ormai mi sfugge la Via,/ io devo inseguirla il meglio che posso,/ correndole dietro con passo zelante/ finché non si unisca a una strada più ampia,/ ricetto di molti sentieri e destini;/ e poi dove ancora? Io questo non so.// La Via va sempre avanti, avanti,/ sotto le nubi, sotto le stelle,/ eppure quei passi che errarono tanto/ alfine si volgono di nuovo verso casa:/ e gli occhi che videro fiamme e battaglie/ e tutti gli orrori degli antri pietrosi/ si posano, ecco, sui bei prati verdi,/ e alberi e colli così noti e cari.

The Man In The Moon
C’è un albergo, un vecchio gaio albergo/sotto un vecchio colle grigioferro:/là si spilla una birra così scura/che una notte l’Uomo nella Luna/venne giù a bere a crepapancia.//Quell’oste ha un gatto assai bislacco/che suona una viella a cinque corde/e su e giù con l’arco graffia e gratta/ora squittendo in alto, ora ronfando in basso,/ogni tanto segando a metà strada.//Ci abita una mucca ben cornuta,/più tronfia di qualsiasi regina,/ma la musica e il canto le danno alla testa,/la coda col ciuffo le fanno agitare,/e sui prati la fanno ballare.//E poi! Che ranghi di piatti d’argento,/e cucchiai d’argento a caterve!/Ce n’è un paio speciali per le feste,/che vengon lustrati con cura zelante/al sabato, di pomeriggio.//Beveva a garganella il Selenita,/il gatto cominciava le sue nenie,/sul tavolo ballavano il piatto e il suo cucchiaio,/la mucca nel giardino sgroppava come matta,/il cagnetto cacciava la sua coda.//Così il gatto sulla viella strimpellò all’impazzata/una giga da far svegliare i morti,/stridi, gratta, stridi, gratta, più veloce, più veloce!/mentre l’oste scuoteva il selenita:/”Son già le tre passate!” gli strillava.// Ma in quel mentre ping! e pong!gli saltarono le corde/d’un sol balzo oltre la Luna quella mucca se ne andò,/il cagnetto si spanciava al vedere tale scena,/e il piatto delle ferie col cucchiaio della feste/via fuggiron lesti lesti.//Piena e tonda oltre al colle via la Luna rotolò/mentre il Sole sollevava la sua bella e fiera testa:/certo a credere stentava ai suoi occhi fiammeggianti -/sì, malgrado fosse giorno, per sua massima sorpresa/tutti quanti sbadigliando ritornarono a dormire!

The Fall Of Gil-galad
Gil-galad era un Re degli Elfi,/ di lui tristemente cantano gli arpisti:/ l’ultimo il cui reame fosse libero e bello/ fra le montagne e il Mare.// Lunga la sua spada, acuta la sua lancia,/ il suo elmo sfavillante di lontano si scorgeva,/ le stelle innumerevoli delle praterie del cielo/ riflesse nel suo scudo d’argento.// Ma tanto tempo fa cavalcò lontano,/ e dove ora dimori nessuno lo può dire,/ poiché nella tenebra il suo astro sprofondò/ – a Mordor, ricetto delle ombre.

The Three Winds
Oltre Rohan, per lande e praterie dove alta cresce l’erba,/ il Vento dell’Ovest incede a gran passi, si aggira attorno alle mura./ “Che nuove dall’Ovest, o Vento errabondo, mi porti stanotte?/ Boromir l’hai forse visto, al chiar di luna o alla luce delle stelle?”/ “Lo vidi cavalcare oltre sette torrenti, dai flutti vasti e grigi,/ e calcare terre deserte, finché scomparve al mio sguardo/ entrando nelle ombre del Nord – da allora, più non l’ho visto./ Forse è il Vento del Nord che ha udito il corno del figlio di Denethor.”/ O Boromir! Dall’alto delle mura non faccio che scrutare lontano, a occidente,/ ma non sei tornato dalle terre desolate, dove nessun mortale dimora.//Alle fauci del Mare sfugge il Vento del Sud, fugge i colli sabbiosi e le pietre,/ mi porta il lamento dei gabbiani e geme attorno alle porte./ “Che notizie dal Sud, o Vento di sospiri, mi porti al calar della sera?/ Dov’è ora Boromir il Bello? Poiché tarda, e io mi affliggo.”/ “Non chiedere a me dove egli dimori – sono così tante le ossa sparse/ su spiagge candide o scure, sotto il cielo tempestoso:/ così tanti quelli che hanno sceso il fiume Anduin in cerca delle onde del Mare./ E’ al Vento del Nord che devi chiedere notizie di quelli che mi manda!”/ O Boromir! Oltre le mura la strada scende verso il mare, a sud, sempre più a sud:/ ma tu non sei ritornato col lamento dei gabbiani dalle grige fauci del Mare.//Oltre la Porta dei Re sprona il Vento del Nord, passate le cascate ruggenti,/ e limpido e freddo echeggia fra le torri il richiamo del suo corno possente./ “Che nuove dal Nord, Vento imperioso, porti per me quest’oggi?/ Che notizie di Boromir l’Intrepido? E’ lunga ormai la sua assenza.”/ “Sotto Amon Hen udii il suo grido di battaglia, là combatté molti nemici;/ il suo scudo infranto, la sua spada spezzata affidarono all’acqua i compagni./ Il suo fiero capo, il suo bel volto, le sue membra composero nel riposo,/ e Rauros con le sue cascate d’oro l’ha abbracciato portandolo con sé.”/ O Boromir! Per sempre la Torre di Guardia terrà lo sguardo fisso a Nord,/ verso Rauros e le sue cascate d’oro, fino alla fine dei giorni.

Amroth And Nimrodel
C’era una volta una fanciulla/degli Elfi, un astro mattutino:/bianco il suo manto dai bordi dorati,/e grigi come argento i suoi calzari.// Dove ora lei vaghi nessuno lo sa,/se al sole o in mezzo alle ombre:/perché fu perduta, ahimé, Nimrodel,/che a quei tempi sconvolta fra i monti fuggì.//La nave degli Elfi, nel porto d’argento/da vento e correnti schermato dai monti,/l’attese per giorni e per notti/frammezzo ai ruggiti del mare.//Ma un vento di notte nel Nord si levò,/e urlante, con forza, cacciò/la nave degli Elfi lontano dal porto,/e al di là la marea si gonfiava.//Ma Amroth la sponda svanire contempla,/appiattita ormai sull’orizzonte:/e la nave infedele maledisce, che lo porta/lontano dalla sua Nimrodel.//Il timone abbandonò, si tuffò in mare/come dardo che scocchi dall’arco,/i flutti profondi solcò, più valente/di un falco che si libri sulle ali.//Ma dall’Ovest remoto non giunsero nuove:/e ahimé, sulla Sponda Al Di Qua/non seppero mai gli Elfi quale/di Amroth sia stata la sorte.

Namarie
Ahi! Auree cadono / foglie nel vento,/eoni infiniti / come ali d’ albero,/eoni trascorsi / lesti come sorsi/di nettare dolce / in aule sovrane/nell’ Ultimo Ovest, / le volte di Varda,/azzurre, da cui / scintillano gli astri/nel canto di lei / regale e divino./Chi la coppa per me / mai più colmerà?/Perché ora Tintalle / l’Astrifera, dalla vetta/eccelsa, come nubi / ha levato le sue mani,/e su tutte le vie / l’ombra ormai grava;/dall’argentea terra / il buio si estende/sulle onde impetuose / fra di noi, e la bruma/ricopre Kalakirya, / le sue gemme, in eterno./Perduta per noi / ad Oriente, perduta /La Dimora dei Valar./ Addio! Forse sarai tu / a trovare Valimar:/Possa essere tu quello - / addio, addio!

Traduzioni di Ella de' Mircovich

Etichette: ,

lunedì, marzo 19, 2007

25 marzo: non solo Tolkien Reading Day

Il 25 marzo cade la giornata dedicata alla lettura delle opere di Tolkien: indetto dalla Tolkien Society, il Tolkien Reading Day è una tradizione relativamente recente (il primo è stato indetto nel 2003) e la sua data è stata scelta "in ricordo" della caduta di Sauron. Oltre ad alcuni vantaggi organizzativi (era sufficientemente lontana sia dal compleanno di Frodo e Bilbo che dal Birthday Toast), il 25 marzo diventava quindi un punto simbolico, il passaggio dalla terza alla quarta era, una data di rinnovamento che segna la fine di un periodo oscuro e di decadenza e l'inizio del "ritorno del re".

I bolgeri festeggeranno il Tolkien Reading Day con una giornata di cazzeggio e bagordi in luogo privato che culminerà in modo un po' più serio con il concerto di cui si parla qui. Seguirà resoconto.

Il 25 marzo tuttavia non è solo il Tolkien Reading Day, ma anche la giornata di Primavera del FAI. In particolare in Lombardia e d'intorni saranno aperti alcuni monumenti (l'elenco completo qui) tra cui mi sembra doveroso segnalarne alcuni, imprescindibili per gli amanti del fantastico e/o del medioevo (ma anche non e anche no).
In Lombardia:

In Piemonte:

In Veneto:

In Trentino-Alto Adige:
  • il Castello di Avio, a Sabbionara (TN), grande e suggestivo complesso sulle balze terrazzate di Avio, da visitare sia all'esterno (nella foto a destra) che negli splendidi interni decorati

In Emilia Romagna:

In Liguria:

Inoltre, beni aperti in tutte le altre regioni italiane. Bolgeri di tutta Italia, unitevi e valorizzate questa splendida iniziativa.
E chissà che l'anno prossimo il FAI non sia interessato a festeggiare, in qualcuna delle sue splendide strutture, un memorabile Tolkien Reading Day.

Etichette: , ,

venerdì, marzo 16, 2007

Amon Hen #204

È arrivato anche a Milano il nuovo numero di Amon Hen, la fanzine della Tolkien Society (di cui i bolgeri sono orgoglioso smial).
In questo numero, la notizia forse più interessante è il raggiungimento di un accordo tra la Tolkien Estate e la Tolkien Society riguardo all'utilizzo del nome "Tolkien", da quest'ultima ignominiosamente regstrato come trademark. Dopo lungo peregrinare, infatti, sembra che la TE abbia ritrovato il lume della ragione, concedendo alla TS l'utilizzo del nome per sé e le proprie iniziative (pur non rinunciando ad alcune restrizioni sul merchandising e non solo).
Si parla inoltre di una mostra che ci sarà a Moreton in Marsh dal 21 al 24 aprile, con opere di Ted Nasmith e Ruth Lancon e con special guest l'illustrazione di Alan Lee che sarà la copertina di The Children of Hurin. Lo stesso Alan Lee sarà presente ad autografare il libro. Purtroppo l'autore aveva altri impegni e non sarà presente.
Interessante anche l'articolo di aglio biografico di Robert Blackham sulla vita di Tolkien a King's Heath.
L'indice completo del numero si può consultare qui.

Etichette:

giovedì, marzo 15, 2007

Parodie cinematografiche: un indice

Dato che qualche nostro familiare ha avuto dei problemi a cecare gli spezzoni di questa versione... un po' particolare dei film di Peter Jackson, provvedo a pubblicare un indice con relativi link.

La compagnia
  • Parte 1 o prologo, in cui si narra di come Svarion, l'Oscuro Signore, forgiò l'Anello Sovrano a Busto Arsizio imprigionandovi l'essenza stessa del fuorismo;
  • Parte 2, in cui la scena si apre sulla Contea e, sulle note di No Woman No Cry, arriva Ganjalf;
  • Parte 3, in cui Ganjalf svela a Godo il terribile segreto dell'anello lasciatogli da suo zio e il giovane hobbit è costretto a partire;
  • Parte 4, in cui Ganjalf si reca dal malvagio stregone bianco Lexotan e questi tenta di consegnarlo alla digos per la disintossicazione;
  • Parte 5, in cui gli hobbit giungono all'Autogrill di Brea, vi incontrano Granfatto e si mettono in viaggio per Gransburrone;
  • Parte 6, in cui l'agente Smith salva Godo dalla fumata pesante a Colle Vento e si narra di come Ganjalf sfuggì dalle grinfie di Lexotan;
  • Parte 7, in cui il consiglio di riunisce e la compagnia si forma;
  • Parte 8, in cui zio Bilbo dà a Godo un meraviglioso dono e si svelano gli effetti nefasti della peperonata;
  • Parte 9, in cui la compagnia entra ai magazzini di Moria e fa la sua prima comparsa Condom, l'essere che corre nudo tra la folla cosparso di burro;
  • Parte 10, in cui la compagnia si imbatte nella tomba di uno che è nato ed è morto e viene sorpresa da un'irruzione della digos;
  • Parte 11, in cui Godo scopre di essere immortale in quanto protagonista e Ganjalf libera tutto il proprio grande potere (l'onda energetica di Goku), prima di precipitare nel baratro con tutta la canapa;
  • Parte 12, in cui la compagnia si dispera per la perdita del pusher e Arabong porta tutti al "bordello del bosco";
  • Parte 13, in cui la stella del bordello mostra a Godo il proprio... ehm... curriculum e tenta di sedurlo;
  • Parte 14, in cui Sborromir aggredisce Godo convinto che nasconda ancora della marijuana e questi fugge, mentre Granfatto se la vede con la retata della digos;
  • Parte 15, in cui prosegue il terribile ed epico combattimento e Sborromir il valoroso cade;
  • Parte 16, in cui si conclude il combattimento e la compagnia si scioglie;
  • Parte 17, in cui Arabong, l'elfo livornese e il nano napoletano partono per salvare i due hobbit che sono stati arrestati e Godo promette a Sam che ci sarà anche nel prossimo film;
  • Interviste.
I due porri
  • Trailer;
  • Parte 1, in cui Godo si risveglia dopo un incubo popolato dai più terribili esseri che mai hanno calcato il globo terracqueo e riprende il viaggio, durante il quale Sam e Godo catturano Condom;
  • Parte 2, in cui Arabong, Girmi e Riff Raff proseguono l'inseguimento alla ricerca dei due hobbit, incontrano gli ultras laziali e infine hanno visto sufficienti puntate della signora Fletcher per dedurre che Merry e Pipino si sono salvati rifugiandosi nella foresta di Sherwood;
  • Parte 3, in cui gli hobbit incontrano la gigantesca pianta di cannabis Ganjalbero, guardiano della foresta di Sherwood, e i tre di Arabong vi incontrano Ganjalf, sfuggito dalle terribili cliniche di Lexotan;
  • Parte 4, in cui Cantagallo allieta Merry e Pipino da una parte mentre dall'altra superare il casello per Busto Arsizio senza monete si rivela una mission impossible;
  • Parte 5, in cui Marilyn Manson ha il fatto suo e re Rolloden viene esorcizzato dall'influenza di Lexotan;
  • Parte 6, in cui per ordine del re il popolo si trasferirà a Fregene e Condom è alle prese con un problema... non per stomaci delicati;
  • Parte 7, in cui Sam, Godo e Condom incrociano il circo Orfei, il popolo di re Rolloden è intercettato dalla digos e ha luogo un'epica battaglia;
  • Parte 8, in cui il capitano Aramis arresta Godo e Sam per avergli rubato una figurina di Hermione e Arabong, sulle note di una pietra miliare del cinema, scopre che 10.000 finanzieri incazzati stanno arrivando a Fregene per sequestrare tutta la scorta di marijuana di re Rolloden;
  • Parte 9, in cui ha luogo la riunione dei guardiani della canapa e Lorenzo giunge, sponsorizzato da Diarryl, a portare rinforzi a Fregene con tutto ciò che segue (probabilmente la parte migliore di entrambi i film, da vedere assolutamente);
  • Parte 10, l'ultima parte del precedente spezzone (separato per motivi di lunghezza) in cui un orco ha il suo momento di gloria, e Ganjalbero mostra a Lexotan l'unico modo in cui la cannabis fa male;
  • Parte 11, in cui Rolloden mostra chi è lo re, Ganjalf ritorna con gli ultras (and he lets the sunshine in) e Aramis lascia andare Sam e Godo;
  • Parte 12, in cui Sam rivela a Godo di aver preso la figurina di Hermione e il viaggio continua, in attesa della terza parte.
Parlando di parodie cinematografiche, non posso non citare:

Etichette: ,

martedì, marzo 13, 2007

Resoconto incontro dell'11/03/2007

Presenti: io & Tafkal, Dawid & Donatella, Elderion & Silvia, Nymeria, Bacca, Frodo e Lobelia
Luoghi: Roialto per il brunch, Garbagnati dalle 15.30 in poi, gelateria Grom verso le 18.00 e libreria Feltrinelli fino alle 20.00

Fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio. E fidarsi di una che si fa chiamare "la signora degli anelli" è pura follia, con il senno di poi. Ma procediamo con ordine.
Su consiglio della Lady of the Rings, ci siamo recati al Roialto (via Piero della Francesca) per il brunch: il locale si presenta ampio, non molto illuminato, e con una grande struttura circolare al centro ingombra di cibi. Quando arriviamo - trovando già Dawid, Donatella, Elderion, Silvia e Nymeria al tavolo - il primo motivo di essere perplessi si è già manifestato: i camerieri non capiscono l'italiano e qualsiasi frase vada oltre "vorremmo un po' d'acqua" (frasi come "si potrebbe avere un po' più di luce?") li manda letteralmente in crisi.
Iniziamo ad ordinare le bevande ("tutto compreso! tutto compreso!") e facciamo un primo giro di ricognizione: Davide e l'ormai traviata Donatella si servono iniziando dal dolce, mentre noi gente normale (normale per essere bolgeri, naturalmente) iniziamo com'è normale iniziare. La cosa ha ha un fondamentale vantaggio: possiamo metterci in guardia a vicenda su cosa meriti e cosa non meriti un assaggio. Il cibo sembra migliore dello standard dello Speakeasy, ma non è eccelso: alcuni piatti sono freddi (il che, dato il loro posizionamento in scaldavivande, è quantomeno bizzarro), altri erano qualcosa di simile a ciò che si può trovare in una tavola calda. Nel complesso, comunque, un cibo non eccezionale ma nulla di cui lamentarsi eccessivamente. Almeno fino al momento di pagare il conto. Ora, io non sono senz'altro tipo che si lamenta per un conto troppo caro, se i soldi sono ben spesi. Ma qui si sta parlando di 30 € per un brunch (!!!)
Mi sembra follia allo stato puro.
Avrei dovuto insistere nel cercare informazioni sul costo del brunch, informazioni assai sfuggenti in verità, ma tutto mi lasciava pensare che, come aveva detto la lady, il brunch fosse "un po' più caro del Roialto", e non il doppio. Del resto nessuno va ad immaginare che qualcuno consigli un brunch da trenta euro senza mettere in guardia l'interlocutore.
Sicuramente un altro esempio della maledizione che grava sul brunch bolgerico. Forze potenti devono essere all'opera, potenti almeno quanto quel collega di Nymeria, in grado di trasformarsi in gatto e di compiere magie temporalmente retroattive. Indipendentemente dal prezzo, comunque, il locale non si è rivelato rispecchiare i giusti canoni di bolgericità. Tenteremo ancora qualche altro ameno luogo. Prima o poi qualcosa si troverà.
Durante il pranzo si è iniziato a discutere dei punti cruciali che sono stati poi affrontati durante il raduno: l'approssimarsi del Tolkien Reading Day e del Festival Tolkieniana Net, l'ultima fatica dei nostri amici Kelvar (il loro blog che nessuno ci ha segnalato ma di cui ci siamo accorti lo stesso per il principio che bolgero è chi il bolgero fa), le prossime uscite cinematografiche, le novità editoriali italiane e internazionali.

Si è quindi parlato del prossimo eccezionale Festival Tolkieniana Net, un evento di proporzioni cosmiche di cui abbiamo l'onore di essere parte. Durante i quattro giorni di manifestazione, tra un professore universitario ed un ospite internazionale, i bolgeri si infileranno come... come... come l'acqua nel soffitto di Nienna, con il loro studio sulla musica nella Terra di Mezzo (già presentata al Dal Verme ed eccezionalmente non ancora on-line, ma solo per il piacere di poterla mettere tra gli atti del festival) e con un piccolo studio sulle fonti dello Hobbit, oltre che con una serie di piccoli interventi, chiacchierate ed incontri al caffé letterario che sarà allestito alla Cascina Fagnana, il polo della manifestazione dedicato alle città fantastiche. Affiancato al nostro banchetto di piccolo artigianato e libri rari, sventolerà fiero ed indomito il nostro stendardo (senza referente nudo dietro). Con i nostri pezzi da novanta parteciperemo a tavole rotonde e incontri. Insomma, l'operazione di assimilazione sarà davvero massiccia: resistance is futile.

Secondo (ma non secondo in ordine di importanza) è stato il Tolkien Reading Day, che cade il 25 marzo. Per l'occasione, si pensava di festeggiare bolgericamente l'evento: già troppo impegnati con il festival, non possiamo neppure pensare di imbastire qualcosa come ciò che hanno ideato i Faggiorosso di Reggio Emilia, smial della Tolkien Society proprio come noi, ma possiamo sempre darci allo sfrenato cazzeggio. Per farci perdonare dagli amici di Reggio per l'irriverenza, magari dedicherò un post alla loro iniziativa. Ma intanto, sono aperte le proposte per il giorno in cui trovarci e l'iniziativa da portare avanti. E se il giorno ed il luogo possono essere una banale casa di Davide il fine settimana del 24, le iniziative più deliranti che ci sono venute in mente sono di tipo cinematografico (la visione del film ridoppiato, che Davide ha avuto l'accortezza di procurarsi e che sicuramente merita, o una maratona sul Beowulf, passando dall'allucinante Beowulf con Christopher Lambert, in cui la madre di Grendel è recitata da una nota modella di playboy con tutto ciò che segue, per arrivare all'ultimo Beowulf & Grendel con Gerard Butler). Si accettano suggerimenti.

Ormai in pasticceria, dove abbiamo trovato Bacca, Chiara e Lobelia ma non Tarabas & Signora che ci hanno tirato il pacco, e mentre ci intrattenevamo amabilmente a parlare dei prossimi film in uscita (i tamarrissimi 300 e Ghost Rider), per la prima volta Garbagnati sembra alzare la testa ed un cameriere ci fa notare che è un self-service e dobbiamo ordinare giù. Per decenza, qualcuno di noi va a prendere qualcosa da bere. Quest'arroganza dovrà però essere punita. Per questo motivo, la prossima volta vestiremo Ringhio con il pelo rosa che Elderion non ha potuto nascondere ad un attento Davide e lo faremo ballare in bilico sulla ringhiera del soppalco.

Abbiamo quindi parlato un po' della nuova iniziativa dei nostri amici Kelvar, il loro blog, da cui è già possibile scaricare un cruciverba. Naturalmente inseriremo questo altro gruppo tolkieniano milanese tra i nostri link, tantopiù che Tarwe, Gwenaeth ed Eltharion che ne fanno parte fanno parte anche dei bolgeri e che Napoleone, altro membro del gruppo dedito a creare giochi per la Società Tolkieniana Italiana, è nostro amico. Non inserirli tra i nostri link sarebbe veramente assurdo, oltre che uno sgarbo insensato.

Abbiamo quindi osservato un pochino il librone che avevo portato e ci siamo poi spostati verso la gelateria Grom, perdendo per strada Lobelia e Chiara, dove abbiamo fatto la nostra mensile incursione. Da lì ci siamo poi spostati verso la libreria Feltrinelli, perdendo per strada Nymeria.
Qui, tra gli acquisti degni di nota ci sono stati:
  • L'invenzione della tradizione, di Hobsbawm e Ranger edito da Einaudi [Tafkal]. Un libro che piacerebbe ad alcuni nostri amici, il libro è così descritto in questa pagina: «Da non confondere con la "consuetudine", cioè con i vecchi modi di agire o di comunicare ancora vitali, le "tradizioni inventate" sono l'insieme di pratiche che si propongono di inculcare determinati valori e norme di comportamento ripetitive nelle quali è implicita la continuità con il passato. Ogni società ha accumulato una riserva di materiali in apparenza antichi: per rinsaldare vincoli nazionali, per connotare la fisionomia di partiti e classi sociali. Questa sorta di ingegneria sociale e culturale ha caratterizzato l'affermarsi delle nazioni moderne, che hanno cercato di legittimare la loro storia più recente cercando radici nel passato più remoto». Fa una bella coppia con il libro di Giovanni Semerano che tempo fa avevo regalato a Tafkal: La favola dell'indoeuropeo (edizioni Bruno Mondadori). Come scritto qui, «Il testo mette in luce in maniera provocatoria l'intuizione storica che "un vincolo di fraternità culturale lega da cinquemila anni l'Europa all'antica Mesopotamia, l'attuale Iraq, dove fiorirono le inarrivabili civiltà di Sumer, di Akkad, di Babilonia". L'elemento di congiunzione tra Oriente e Occidente è Sargon: il fondatore della dinastia di Akkad, nel III millennio a. C. Un libro polemico, brillante e chiaro, che offre ricche informazioni sull'origine e il significato delle parole che usiamo nell'intento di proporre una diversa chiave interpretativa ad una superata classificazione linguistica: il così detto indoeuropeo». Assolutamente imperdibili entrambi, da leggere e da regalare agli amici più cari.
  • Invito alla lettura di Tolkien, di Emilia Lodigiani (edito da Mursia e risalente al 1982). Un libro fondamentale per chiarezza, professionalità, completezza ed assenza di Tradizione Europea, è introvabile nella maggior parte delle librerie ma alla Feltrinelli di piazza Duomo ne hanno costantemente una copia, che si rinnova se acquistata. Davide non possedeva ancora il volume, ed è stato spronato all'acquisto.
  • Schegge di Luce, di Verlyn Flieger, tradotto da due sconosciuti a nome Raffaella Benvenuto e Giacomo Bencistà ed edito da Marietti, che così inaugura la sua collana Tolkien e dintorni. Non sapevamo fosse già nelle librerie: è stato naturalmente preso e messo in bella vista. Tra l'altro io ho ancora la copia di Nymeria, che dovrebbe ricordarsi di chiedermela o il libro rischia di rimanere da me fino alla fine dei tempi. Alla Feltrinelli hanno ancora, per le capre che ancora non lo possedessero, una copia di La via per la Terra di Mezzo. Mi raccomando, sosteniamo la lodevole iniziativa dell'editore.
  • Lunario, di Alfredo Cattabiani. Va ad aggiungersi al Florario e al Planetario. Chissà se prima o poi riuscirò a metterli insieme tutti.

Ci siamo poi separati, parlando di videogiochi.

Aggiornamento: mi è stato fatto giustamente notare che ho scortato di parlare della magic turtle. Per rimediare, inserisco direttamente il video!

Etichette: ,

venerdì, marzo 09, 2007

Wayne G. Hammond & Christina Scull, "The J.R.R. Tolkien Companion and Guide: Reader's Guide & Chronology".



All'American Bookstore di Milano (via Camperio angolo piazza Cairoli) avevano una copia di questo libro:

Wayne G. Hammond & Christina Scull,
The J.R.R. Tolkien Companion and Guide: Reader's Guide & Chronology
.
Londra: Harper Collins, 2007

Su richiesta, sono comunque disponibili ad ordinarne altre copie e, dietro congruo compenso monetario, penso possano anche fornire indizi sulla persona malvagia ed egoista che si è accaparrata il libro per prima [fischietta tra sé e sé].

Insieme alla tanto discussa Tolkien Encyclopedia, il libro è considerato una delle opere critiche più importanti dell'anno ed è a cura della stessa coppia di studiosi già autori del The Lord of The Rings Reader's Companion (na serie di note al testo che fanno un po' da corrispettivo a ciò che Douglas A. Anderson ha fatto con Lo Hobbit annotato) e di J.R.R. Tolkien: Artist & Illustrator, uno dei pochi testi critici che affrontano la genesi, il significato e l'ispirazione delle opere grafiche di Tolkien.

Il Tolkien Companion si presenta sicuramente come un prodotto di un certo pregio: un cofanetto di due volumi rilegati con copertina rigida, ciascuno di 1.200 pagine circa ed in formato 23x15 cm: la Reader's Guide e la Chronology.
All'interno della Reader's Guide, con sovracopertina in nero e argento su oro, tutto ciò che avreste desiderato sapere su Tolkien ma non avete mai osato chiedere: in ordine alfabetico, tutte le sue pubblicazioni (dalla saggistica alla narrativa alle brevi poesie) e le loro vicende compositive ed editoriali, i luoghi e le persone con cui ha avuto contatti nella sua vita.
La Chronology, con copertina in nero e oro su argento, contiene una curatissima ed imponente cronologia della vita e delle opere di Tolkien.
In poche parole, uno strumento critico fondamentale sia per l'appassionato che per chiunque a sua volta si dedichi allo studio e alla critica letteraria del grande autore, in Inghilterra già oggetto di studi universitari da molti anni.

Indice
Reader's Guide
  • Preface
  • Abercrombie, Lascelles 1
  • Ace Books controversy 1
  • Acocks Green (Warwickshire) 7
  • Acta Senatus 8
  • Adaptations 8
  • The Adventures of Tom Bombadil 23
  • The Adventures of Tom Bombadil and Other Verses from the Red Book 25
  • Ae Adar Nín: The Lord’s Prayer in Sindarin 28
  • Ainulindalë 28
  • Akallabêth: The Downfall of Númenor 33
  • Alcar mi Tarmenel na Erun: The Gloria in Excelsis Deo in Quenya 34
  • Aldarion and Erendis: The Mariner’s Wife 34
  • Aldershot (Hampshire) 37
  • Allegory 37
  • Aman 41
  • Ambarkanta: The Shape of the World 42
  • ‘Analysis of fragments of other languages found in The Lord of the Rings 43
  • Ancrene Riwle 44
  • Ancrene Wisse and Hali Meiðhad 49
  • Annals of Beleriand 49
  • Annals of Valinor 51
  • Appearance 52
  • An Application for the Rawlinson and Bosworth Professorship of Anglo-Saxon in the University of Oxford by J.R.R. Tolkien, Professor of the English Language in the University of Leeds, June 25, 1925 53
  • Art 53
  • Arthur and the Matter of Britain 56
  • Athrabeth Finrod ah Andreth 60
  • Atlantis 66
  • Attacks of Taste 69
  • Auden, Wystan Hugh 69
  • ‘Of Aulë and Yavanna’ 71
  • Barfield, Arthur Owen 72
  • Barnsley, Thomas Kenneth 74
  • Barnt Green (Worcestershire) 75
  • Barrowclough, Sidney 75
  • The Battle of the Eastern Field 75
  • The Battles of the Fords of Isen 76
  • Baynes, Pauline Diana 76
  • Bedford (Bedfordshire) 77
  • ‘Of the Beginning of Days’ 78
  • ‘Of Beleriand and Its Realms’ 82
  • Belgium 82
  • Bennett, Henry Stanley 83
  • Bennett, Jack Arthur Walter 83
  • Beowulf 84
  • Beowulf: The Monsters and the Critics 86
  • ‘Of Beren and Lúthien’ 93
  • Berkshire 104
  • Bibliographies 104
  • The Bidding of the Minstrel, from the Lay of Eärendel 106
  • Bilbo’s Last Song (at the Grey Havens) 107
  • Biographies 108
  • Birmingham and environs 115
  • Birmingham Oratory 117
  • Blackwell, Basil Henry 118
  • Bliss, Alan Joseph 118
  • Bombadil Goes Boating 119
  • The Book of Lost Tales 120
  • The Book of Lost Tales, Part One 136
  • The Book of Lost Tales, Part Two 137
  • Bournemouth (Hampshire) 137
  • Bradley, Henry 138
  • Braunholtz, Gustav Ernst Karl 139
  • Brett-Smith, Herbert Francis Brett 139
  • Brewerton, George 140
  • Brogan, Denis Hugh Vercingetorix 140
  • Brookes-Smith family 141
  • Bryson, John Norman 142
  • Burchfield, Robert William 142
  • Calligraphy 143
  • Cambridge (Cambridgeshire) 144
  • Campbell, Alistair 145
  • Campbell, Ignatius Roy Dunnachie 146
  • Carr, Charlie 147
  • Carter, Douglas 147
  • Cat 147
  • Cecil, Edward Christian David Gascoyne 147
  • Celtic influences 148
  • Chambers, Raymond Wilson 152
  • Chandler, Pamela 153
  • Chaucer, Geoffrey 153
  • Chaucer as a Philologist: The Reeve’s Tale 156
  • Cheddar Gorge and Caves (Somerset) 157
  • Cheltenham (Gloucestershire) 157
  • Chesterton, Gilbert Keith 158
  • Childe, Wilfred Rowland Mary 160
  • Children 160
  • The Children of Húrin [= The Lay of the Children of Húrin] 167
  • Círdan 171
  • Cirion and Eorl and the Friendship of Gondor and Rohan 172
  • The City of the Gods 173
  • Classical influences 173
  • The Clerke’s Compleinte 176
  • Clevedon (Somerset) 177
  • Coghill, Nevill Henry Kendal Aylmer 177
  • Collecting and sales 178
  • ‘Of the Coming of the Elves and the Captivity of Melkor’ 179
  • ‘Of the Coming of Men into the West’ 184
  • The Converse of Manwë and Eru 188
  • Cornwall 189
  • Corrected Names of Chief Valar 190
  • Craigie, William Alexander 190
  • The Creatures of the Earth 191
  • Criticism 191
  • Cromer (Norfolk) 199
  • Cuivienyarna 199
  • Cullis, Colin 199
  • Dagnall, Margery Kathleen Mary, known as Susan 200
  • Dangweth Pengoloð 200
  • Darbishire, Helen 201
  • D’Arcy, Martin Cyril 201
  • D’Ardenne, Simonne Rosalie Thérèse Odile 202
  • ‘Of the Darkening of Valinor’ 204
  • Davis, Norman 207
  • Dawkins, Richard MacGillivray 208
  • Day, Mabel 208
  • A Description of the Island of Númenor 208
  • The Devil’s Coach-horses 209
  • The Disaster of the Gladden Fields 209
  • Disney Studio 210
  • Dobson, Eric John 211
  • Domestic duties 211
  • Doworst 214
  • The Dragon’s Visit 214
  • Dragons 215
  • Drama 222
  • The Drowning of Anadûnê 228
  • Dundas-Grant, James Harold 229
  • Of Dwarves and Men 229
  • Dyson, Henry Victor Dyson 231
  • Éalá Éarendel Engla Beorhtast 233
  • Earendel at the Helm 234
  • ‘Early Chart of Names’ 234
  • ‘Early Noldorin Grammar’ 235
  • ‘Early Qenya Pronouns’ 235
  • Earp, Thomas Wade 235
  • Eddison, Eric Rucker 236
  • ‘Of Eldamar and the Princes of the Eldalië’ 237
  • Eldarin Hands, Fingers & Numerals 242
  • ‘Elvish Reincarnation’ 243
  • Elvish Song in Rivendell 243
  • Emery, Augustine 244
  • The End of the Third Age: The History of The Lord of the Rings, Part IV 244
  • England 244
  • English and Medieval Studies Presented to J.R.R. Tolkien on the Occasion of His Seventieth Birthday 248
  • English and Welsh 248
  • English language 251
  • ‘English–Qenya Dictionary’ 252
  • Enigmata Saxonica Nuper Inventa Duo 252
  • Of the Ents and the Eagles 252
  • Environment 253
  • Eriol and Ælfwine 258
  • Errantry 262
  • Escape 264
  • Etymologies 266
  • Eucatastrophe 267
  • An Evening in Tavrobel 268
  • Everett, Dorothy 269
  • Examinations 269
  • Fairford (Gloucestershire) 272
  • Fairy-stories 272
  • The Fall 280
  • The Fall of Númenor 283
  • Fandom 284
  • Farmer Giles of Ham 288
  • Farnell, Lewis Richard 294
  • Farrer, Katharine Dorothy 295
  • Fastitocalon 295
  • The ‘Father Christmas’ letters 297
  • ‘Of Fëanor and the Unchaining of Melkor’ 300
  • ‘Of the Fifth Battle: Nirnaeth Arnoediad’ 303
  • Filey (Yorkshire) 307
  • Finn and Hengest: The Fragment and the Episode 308
  • Firth, Charles Harding 312
  • The Five Wizards 312
  • Fletcher, Ronald Frank William 313
  • ‘Flight of the Gnomes’ 313
  • The Flight of the Noldoli from Valinor 313
  • ‘Of the Flight of the Noldor’ 314
  • Folkestone (Kent) 320
  • Food and drink 320
  • For W.H.A. 321
  • A Fourteenth-Century Romance 321
  • Fox, Adam 322
  • France 322
  • Fraser, John 323
  • Free will and Fate 324
  • From the Many-Willow’d Margin of the Immemorial Thames 333
  • Gale, St Teresa 333
  • Gardner, Helen Louise 334
  • Gedling (Nottinghamshire) 334
  • ‘Gerald of Wales on the Survival of Welsh’ 335
  • Gilson, Robert Cary 335
  • Gilson, Robert Quilter 336
  • Glip 337
  • Glorfindel 337
  • ‘The Gnomes Come to the Great Lands’ 338
  • Gnomish Grammar 338
  • Gnomish Lexicon 339
  • Goblin Feet 340
  • Gollins, Annie 341
  • Good and Evil 341
  • Gordon, Eric Valentine 346
  • Gordon, George Stuart 347
  • Grahame, Kenneth 350
  • Great Haywood (Staffordshire) 351
  • Green, Roger Gilbert Lancelyn 352
  • The Grey Bridge of Tavrobel 353
  • Griffiths, Mary Elaine 353
  • Grove, Jennie 354
  • Habbanan beneath the Stars 355
  • Haggard, Henry Rider 355
  • Halsbury, John Anthony Hardinge Giffard, Earl of 358
  • The Happy Mariners 359
  • Hardie, Colin Graham 360
  • Harrogate (Yorkshire) 360
  • Havard, Robert Emlyn 360
  • Health 361
  • The Heirs of Elendil 365
  • ‘Heraldic Devices of Tol Erethrin’ 365
  • Hill, Margaret Joy 366
  • Historical and cultural influences 368
  • The History of Galadriel and Celeborn and of Amroth King of Lórien 372
  • The History of Middle-earth 378
  • The History of The Lord of the Rings 383
  • The Hoard 383
  • The Hobbit 384
  • Holy Maidenhood 405
  • The Homecoming of Beorhtnoth Beorhthelm’s Son 406
  • Hope and Despair 410
  • The Horns of Ylmir 415
  • Hove (Sussex) 416
  • The Hunt for the Ring 416
  • Illustration 418
  • Imram 423
  • Incledon family 424
  • ‘Index of Names for The Lay of the Children of Húrin’ 425
  • The Inklings 425
  • Ireland, Republic of (Eire) 431
  • The Istari 432
  • Italy 434
  • ‘Iþþlen’ in Sawles Warde 436
  • J.R.R. Tolkien: Artist and Illustrator 436
  • Jennings, Elizabeth Joan 436
  • The Jerusalem Bible 437
  • Jones, Gwyn 439
  • Kalevala 440
  • Katherine Group 446
  • Ker, Neil Ripley 447
  • King Edward’s School, Birmingham 447
  • Lancashire Fusiliers 451
  • Lang, Andrew 455
  • Languages 460
  • Languages, Invented 475
  • Lascelles, Mary Madge 482
  • The Last Ark 482
  • The Last Ship 483
  • Laws and Customs among the Eldar 483
  • The Lay of Aotrou and Itroun 486
  • ‘Lay of Eärendel’ 487
  • Lay of Leithian 488
  • The Lay of the Fall of Gondolin 491
  • The Lays of Beleriand 492
  • Lea, Kathleen Marguerite 493
  • Leaf by Niggle 494
  • Leeds (Yorkshire) 498
  • Leeds, University of 499
  • Leeds University Verse, 1914–24 503
  • Of Lembas 503
  • The Letters of J.R.R. Tolkien 503
  • Lewis, Clive Staples 504
  • Lewis, Warren Hamilton 511
  • The Lhammas 512
  • Libraries and archives 513
  • Light 517
  • Light as Leaf on Lindentree 522
  • Lincoln (Lincolnshire) 523
  • The Line of Elros: Kings of Númenor 523
  • The Little House of Lost Play: Mar Vanwa Tyaliéva 523
  • London 524
  • The Lonely Isle 525
  • The Lord of the Rings 526
  • Loss 555
  • The Lost Road 558
  • The Lost Road and Other Writings 565
  • Lyme Regis (Dorset) 566
  • McCallum, Ronald Buchanan 566
  • MacDonald, George 567
  • McFarlane, Kenneth Bruce 571
  • Madlener, Josef 571
  • ‘Of Maeglin’ 572
  • Of Maeglin: Sister-son of Turgon, King of Gondolin 575
  • Magic 575
  • Malvern (Worcestershire) 578
  • The Man in the Moon Came Down Too Soon 579
  • The Man in the Moon Stayed Up Too Late 581
  • MS. Bodley 34: A Re-Collation of a Collation 581
  • Masefield, John Edward 582
  • Matar and Tulir’ 582
  • Mathew, Anthony Gervase 582
  • Melkor Morgoth 583
  • ‘Of Men’ 584
  • The Mewlips 585
  • Middle English ‘Losenger’ 586
  • A Middle English Vocabulary 586
  • Milford-on-Sea (Hampshire) 589
  • Mills, Stella Marie 590
  • Mr. Bliss 590
  • Mitchison, Naomi Mary Margaret 592
  • The Monsters and the Critics and Other Essays 593
  • Morgan, Francis Xavier 594
  • Morgoth’s Ring: The Later Silmarillion, Part One: The Legends of Aman 595
  • Morris, William 598
  • Mortality and Immortality 604
  • Murray, Robert Patrick Ruthven 614
  • Music 615
  • Mythopoeia 620
  • ‘Name-list to The Fall of Gondolin’ 622
  • The Name ‘Nodens’ 622
  • The Nameless Land 623
  • Names 624
  • Names and Required Alterations 627
  • ‘Names of the Valar’ 627
  • Napier, Arthur Sampson 627
  • Narn i Chîn Húrin 628
  • Narqelion 630
  • Nature 631
  • Neave, Emily Jane 637
  • Nesbit, Edith 638
  • Netherlands 640
  • A New Glossary of the Dialect of the Huddersfield District 640
  • The New Shadow 641
  • Newby, Percy Howard 642
  • Nichol Smith, David 643
  • Nieninque 643
  • ‘Of the Noldor in Beleriand’ 644
  • ‘Noldorin Dictionary’ 646
  • ‘Noldorin Word-lists’ 646
  • Nomenclature of The Lord of the Rings 647
  • A Northern Venture 649
  • Northernness 649
  • Notes on Motives in the Silmarillion 656
  • Notes on Óre 657
  • The Notion Club Papers 657
  • Númenor 665
  • Númenórean Linear Measures 679
  • Official Name List 680
  • The Old English Apollonius of Tyre 680
  • The Old English Exodus 681
  • Oliphaunt 682
  • On Fairy-Stories 683
  • Once upon a Time 689
  • Onions, Charles Talbut 689
  • Orcs 690
  • Otley (Yorkshire) 693
  • ‘Otsan and Kainendan’ 693
  • Over Old Hills and Far Away 693
  • Oxford and environs 693
  • Oxford, University of 713
  • Oxford English Dictionary 725
  • Oxford English Monographs 727
  • Oxford English School 728
  • The Oxford English School 744
  • Oxford Letter 746
  • The Palantíri 746
  • Payton, Ralph S. 747
  • Payton, Wilfrid Hugh 747
  • Pearl 747
  • The Peoples of Middle-earth 753
  • Perry-the-Winkle 754
  • Philology 754
  • Pictures by J.R.R. Tolkien 760
  • Pity and Mercy 760
  • Poems and Stories 765
  • The Poetic and Mythologic Words of Eldarissa 765
  • Poetry 766
  • Political thought 771
  • Poole (Dorset) 775
  • Possessiveness 776
  • Power 778
  • Prefatory Remarks on Prose Translation of ‘Beowulf’ 782
  • Prejudice and Racism 785
  • Princess Mee 794
  • The Princess Ní 794
  • The Problem of Ros 795
  • Progress in Bimble Town 795
  • Publishers 796
  • Qenya: Descriptive Grammar of the Qenya Language 798
  • The Qenya Verb Forms 799
  • Qenyaqetsa 799
  • Quantock Hills (Somerset) 800
  • Quendi and Eldar 800
  • Quenta Noldorinwa 801
  • Quenta Silmarillion 802
  • ‘Quenta Silmarillion’ 806
  • Quest 806
  • The Quest of Erebor 810
  • Raleigh, Walter Alexander 813
  • Ransome, Arthur Michell 813
  • Reade, Francis Vincent 814
  • Reading 814
  • Recordings 822
  • Recovery 824
  • Rednal (Worcestershire) 826
  • The Reeve’s Tale 826
  • Reincarnation of Elves 827
  • Religion 828
  • Research v. Literature 840
  • ‘Of the Return of the Noldor’ 841
  • The Return of the Shadow: The History of The Lord of the Rings, Part One 845
  • Reynolds, Richard William 847
  • Rice-Oxley, Leonard 848
  • Ridley, Maurice Roy 848
  • Of the Rings of Power and the Third Age 849
  • The Rivers and Beacon-hills of Gondor 852
  • The Road 854
  • The Road Goes Ever On: A Song Cycle 855
  • Roverandom 858
  • ‘Of the Ruin of Beleriand and the Fall of Fingolfin’ 861
  • ‘Of the Ruin of Doriath’ 866
  • Salu, Mary Bertha 873
  • Sarehole (Warwickshire) 873
  • Sauron Defeated: The End of the Third Age (The History of The Lord of the Rings, Part Four); The Notion Club Papers and The Drowning of Anadûnê 875
  • Sayer, George Sydney Benedict 876
  • Science 876
  • Scotland 878
  • The Sea 878
  • The Sea-Bell 881
  • A Secret Vice 882
  • Shadow-Bride 884
  • The Shaping of Middle-Earth: The Quenta, The Ambarkanta and the Annals Together with the Earliest ‘Silmarillion’ and the First Map 884
  • The Shibboleth of Fëanor 885
  • The Shores of Faery 887
  • ‘Sí Qente Feanor’ 888
  • Sidmouth (Devon) 888
  • Sigelwara Land 889
  • ‘The Silmarillion’ 890
  • The Silmarillion 906
  • ‘Of the Silmarils and the Unrest of the Noldor’ 917
  • Simpson, Percy 920
  • ‘Of the Sindar’ 921
  • Sir Gawain and the Green Knight 924
  • Sir Gawain and the Green Knight, Pearl and Sir Orfeo 930
  • Sir Orfeo 933
  • Sisam, Kenneth 935
  • Sketch of the Mythology 936
  • Smith, Albert Hugh 937
  • Smith, Geoffrey Bache 938
  • Smith of Wootton Major 942
  • Smithers, Geoffrey Victor 950
  • Smoking 951
  • Societies and clubs 951
  • Some Contributions to Middle-English Lexicography 967
  • A Song of Aryador 967
  • Songs for the Philologists 967
  • Source-hunting 969
  • South Africa 970
  • Spiders 973
  • Sports 976
  • Staffordshire 977
  • Stevens, Courtenay Edward 980
  • Stewart, John Innes Mackintosh 980
  • The Stone Troll 981
  • Stonyhurst (Lancashire) 981
  • Sub-creation 982
  • Suffield family 984
  • ‘Of the Sun and Moon and the Hiding of Valinor’ 986
  • Sun The Trees Silmarils 990
  • Swann, Donald Ibrahim 990
  • Switzerland 992
  • ‘Synopsis of Pengoloð’s Eldarinwe Leperi are Notessi’ 995
  • Tal-Elmar 995
  • The Tale of Years 996
  • Tales and Songs of Bimble Bay 997
  • Tales from the Perilous Realm 998
  • T.C.B.S. 998
  • ‘Of Thingol and Melian’ 1004
  • Thompson, William Meredith 1006
  • Tidworth (Wiltshire) 1007
  • Tinfang Warble 1007
  • Tolkien family 1008
  • Tolkien, Arthur Reuel 1009
  • Tolkien, Christopher Reuel 1010
  • Tolkien, Edith Mary 1012
  • Tolkien, Hilary Arthur Reuel 1016
  • Tolkien, John Francis Reuel 1017
  • Tolkien, Mabel 1018
  • Tolkien, Michael Hilary Reuel 1020
  • Tolkien, Priscilla Mary Reuel 1021
  • Tolkien on Tolkien 1022
  • The Tolkien Reader 1024
  • The Town of Dreams and the City of Present Sorrow 1024
  • Translations 1025
  • Travel and transport 1038
  • The Treason of Isengard: The History of The Lord of the Rings, Part Two 1042
  • Tree and Leaf 1043
  • The Trees of Kortirion 1044
  • Trought, Vincent 1045
  • Of Tuor and His Coming to Gondolin 1046
  • ‘Of Tuor and the Fall of Gondolin’ 1047
  • ‘Of Túrin Turambar’ 1053
  • Turlin and the Exiles of Gondolin 1063
  • Turville-Petre, Edward Oswald Gabriel 1064
  • Turville-Petre, Joan Elizabeth 1064
  • Unfinished Tales of Númenor and Middle-earth 1065
  • Unwin, Rayner Stephens 1067
  • Unwin, Stanley 1069
  • Valaquenta 1071
  • Valedictory Address to the University of Oxford 1074
  • ‘Variation D/L in Common Eldarin’ 1076
  • ‘Of the Voyage of Eärendil and the War of Wrath’ 1076
  • Wade-Gery, Henry Theodore 1082
  • Wain, John Barrington 1083
  • Waldman, Milton 1084
  • Wales 1085
  • The Wanderings of Húrin 1085
  • War 1089
  • The War of the Jewels: The Later Silmarillion, Part Two:
  • The Legends of Beleriand 1097
  • The War of the Ring: The History of The Lord of the Rings, Part Three 1097
  • Wardale, Edith Elizabeth 1098
  • Warwick (Warwickshire) 1099
  • West Midlands 1099
  • Weston-super-Mare (Somerset) 1101
  • Whitby (Yorkshire)1101
  • Whitelock, Dorothy 1101
  • Wilkinson, Cyril Hackett 1102
  • Williams, Charles Walter Stansby 1102
  • Wilson, Frank Percy 1105
  • Wiseman, Christopher Luke 1105
  • Women and marriage 1107
  • ‘Words of Joy’ 1123
  • Wrenn, Charles Leslie 1123
  • Wright, Joseph 1125
  • Writing systems 1126
  • Wyke-Smith, Edward Augustine 1130
  • Wyld, Henry Cecil Kennedy 1132
  • The Year’s Work in English Studies 1133
  • Yorkshire 1134

Etichette: